venerdì, ottobre 14, 2005

Smettere di remare per un giorno...

Sono d'accordo e solidale in linea di principio con gli organizzatori di questo sciopero che vuole protestare contro i tagli che la finanziaria attuerà al F.U.S. (Fondo Unico per lo Spettacolo). Il nostro paese vive "culturalmente" grazie a questo fondo e altre forme di sovvenzioni pubbliche. Non voglio entrare nel merito del problema che è ampio e complicato ma certamente ribadire che il "problema" c'è per davvero.Tagliando questi fondi si darà la mazzata finale al sistema di finanziamento culturale oggi vigente. Sarà la fine della lirica, del cinema e del teatro? Finiremo tutti a fare i figuranti per Maria de Filippi? Probabilmente sì. Ricordo le parole di un mio insegnante di Accademia che aveva visioni apocalittiche riguardo la cultura in Italia. Basta accendere il "maledetto elettrodomestico" per capire che aveva ragione. Tutti i grandi personaggi intervistati da Apes alla domanda "crisi" hanno risposto con fiumi di parole denunciandola come molto molto profonda.
Tornando allo sciopero: questa forma di lotta o protesta è fondamentale per la nostra democrazia, per i nostri lavoratori, per la società ma, nel caso dello Spettacolo Italiano, non servirà a niente.
Lo sciopero passerà assolutamente inosservato perchè in Italia i lavoratori dello spettacolo NON NON SONO CONSIDERATI LAVORATORI.
Gli "altri", i "veri lavoratori", si chiederanno:" perchè scioperano se fanno quello che hanno sempre voluto fare?" Non c'è, cioè, una consapevolezza collettiva del lavoratore artista. Se una ragazza, prendiamo la categoria più debole, vuole fare la ballerina deve dire che farà la velina altrimenti non verrà considerata una che "lavora".
Questo è il problema vero, non il taglio del F.U.S! l'Italia culturale paga caro l'aver voluto distanziare "il popolo" dalla cultura costruendo una Cultura Culturale dove lo snobbismo è il primo biglietto da visita.

La soluzione dei nostri mali può passare solo:
1- attraverso un riavvicinamento delle masse alla cultura. Questo non significa necessariamente far scadere la qualità o vendersi al "mercato" ma trovare nuove forme di sostentamento evitando possibilmente l'assistenzialismo statale.
2- conseguentemente un abbassamento del prezzo dei biglietti.
3- abbassare le paghe dei Grandi artisti per poter lavorare di più e tutti.
4- usare la Rete per proporre cultura soprattutto ai più giovani.

Signori, la nave affonda! Quelli che stanno sottocoperta affonderanno per primi ma quelli che stanno in cabina di comando
seguiranno presto la loro sorte e smettere di remare per un giorno non salverà la nave che affonda.

Spero non siate d'accordo con me e abbiate voglia di criticare in maniera costruttiva qui: http://apespurpureae.blogspot.com/
Un saluto a tutti.

Apo